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Isablla Accenti: ArteTempo di Ilaria Introzzi

Nell’accezione comune, ogni evento importante vissuto in un preciso momento, si slega con il passare del tempo. A volte, risolvendosi in un nebuloso ricordo, in altri casi in una costante del pensiero. Anche emotivo. E come affrontarlo? In quale modo fare sì che resti senza stravolgerci, colpendoci nel profondo? Il lavoro di Isabella Accenti (Milano, 1974), ruotaproprio intorno alla relazione tra passato e presente. Da sempre, ovvero da quando ha cominciato ad abbracciare l’arte, attraverso collage realizzati perlopiù con una carta pregiata,
100% cotone, prodotta dal 1492, che costituisce il fondamento della sua ricerca, interfacciandosi con il design e altri strumenti, facenti funzione di una rielaborazione del (proprio) percorso di vita, nel quale ciascuno può specchiarsi.
Non è un caso che nell’arco della sua carriera citi correnti affini al suo modo di esprimersi, quali il Cubismo, Dadaismo, Surrealismo e Futurismo. Arti sviluppatesi nei primi anni del ‘900, guarda caso proprio negli anni in cui trova estimatori e detrattori la Psicoanalisi brevettata nel 1899 da Sigmund Freud. Tuttavia, Accenti non realizza semplici riferimenti a quell’epoca. Piuttosto, li traduce in codici contemporanei, attraverso materiali del passato,cominciando, agli esordi, proprio con foto d’archivio di famiglia, oggi unite in un sodalizio
con una ricerca fotografica costante, senza la quale la visione – anche cromatica – non potrebbe risolversi in opera d’arte. Per la mostra l’artista espone nove opere, il cui tratto distintivo è la singolarità specifica diciascuna, senza però escludere la firma di Accenti. Nella serie Tracce d’Anima, ad esempio,imbastisce tre ritratti diversi per la storia del soggetto raffigurato ma anche per l’anima concui s’interfacciano con lo spettatore. Sono gli occhi, infatti, i veri protagonisti del corpus.Grandi, sproporzionati rispetto al resto della composizione. Cosa ci dicono? In gergocomune, che ne hanno viste tante. Così come Accenti, e chiunque le osservi, rivelando unasignificativa profondità . I lavori successivi, in particolare il progetto The Door Of Time, si rivolgono al futuro. Un esperimento temporale da parte di Accenti, in cui si lascia coinvolgere dai pensieri di quello che verrà , sulla base di un’esperienza di vita. Come ci evolveremo, portandoci dietro iltempo passato. Un’innovazione in cui lo spettatore, così come i personaggi rappresentati nelle opere, può attraversare le porte e decidere in quale " realtà " collocarsi. Ieri, qui e ora o domani.
Isabella Accenti non dà risposte, ma rivela in quale stato della sua produzione è : l’oggi.Inserendosi così all’interno dell’arte contemporanea, radicandosi in una visione sì sperimentale, ma anche netta, raffinata. Il corpus di lavori, il cui contenuto è solo apparentemente scomposto – giocoforza la tecnica, complessa, richiedente una creatività manuale importante -, diventa così chiaro, perché connesso con l’irregolarità del nostro mondo e tempo. Un pregio non da poco, in quest’epoca di tumulti portatori di confusione,
ribellione e pericolose suggestioni. Accenti non le distrugge, al contrario le palesa, ponendoci in dialogo con esse.

 

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